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Holter cardiaco: cos’è e che funzione ha

Holter cardiaco: cos’è e che funzione ha

L’ECG 24 ore o Holter cardiaco è un esame non invasivo, che consente di registrare l’attività elettrica del cuore nell’arco di 24 ore. Ma in cosa consiste? L’esame viene eseguito utilizzando un piccolo apparecchio portatile che, attraverso degli elettrodi attaccati a dei cavi e posizionati sulla parte anteriore del torace del paziente, registra l’attività elettrica del cuore. Attraverso il monitoraggio è possibile valutare se il ritmo cardiaco è regolare o si verificano aritmie cardiache.
L’Holter cardiaco consente inoltre di diagnosticare o monitorare patologie croniche come ad esempio la fibrillazione atriale, che a volte può essere silente.

Quando è consigliato effettuare l’Holter cardiaco?

È opportuno sottoporsi all’ECG Holter 24 ore se si avvertono i seguenti sintomi: dolore al petto, affanno, aritmie cardiache. Queste si suddividono in:

  • aritmie ipercinetiche se il battito è accelerato (es. tachicardia, extrasistole);
  • aritmie ipocinetiche se il battito è troppo lento, come ad esempio nel caso di bradicardia o blocco atrioventricolare (che si ha quando avviene l’interruzione, parziale o totale, della trasmissione dell’impulso elettrico dagli atri ai ventricoli).

Dal momento che queste alterazioni del ritmo cardiaco si manifestano in genere in modo discontinuo e sporadico, non sempre gli ECG a riposo o sotto sforzo sono sufficienti a individuarle.
L’Holter cardiaco ha il vantaggio di monitorare con continuità l’attività cardiaca del paziente dal mattino in cui viene messo al mattino del giorno seguente, così da riscontrare la comparsa di eventuali anomalie.
L’Holter cardiaco è utile anche per monitorare l’efficacia di terapie farmacologiche per la cura di malattie e disturbi cardiaci.
Questo esame poiché non è invasivo, ed essendo determinante per diagnosticare determinate patologie, quando è necessario oltre che sugli adulti può essere eseguito su bambini, anche di pochi mesi.

Come si applica l’ECG Holter 24 ore?

L’Holter cardiaco non richiede una preparazione preventiva. L’apparecchio viene applicato il mattino in ambulatorio, dal medico specialista, e poi il paziente può andare via.
Durante la giornata questa persona dovrà svolgere le normali attività quotidiane, facendo attenzione a non bagnare o rimuovere gli elettrodi posizionati sul torace. Dovrà inoltre appuntare su un diario, che gli verrà consegnato dallo specialista, le attività svolte, in quali orari e se ha avvertito dei disturbi correlati. Ad esempio se mentre cammina, solleva un peso, durante un pasto o anche a riposo ha avvertito sintomi riconducibili a possibili disturbi cardiaci.
Il macchinario va consegnato la mattina del giorno seguente.
Analizzando il tracciato della registrazione, il medico produrrà un referto.
Grazie a questo esame lo specialista sarà in grado di diagnosticare eventuali patologie, prescrivere al paziente una cura adeguata e fornirgli dei consigli relativi allo stile di vita da adottare per prevenire eventuali complicazioni.

Visita cardiologica ed esami diagnostici

Presso il CENTER MED potete prenotare la visita cardiologica, l’Holter cardiaco, gli esami necessari per diagnosticare l’eventuale presenza di anomalie cardiache e, se necessario, intraprendere un percorso di cura.
Nel nostro Centro è possibile sottoporsi anche all’ECG di base.
Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Corsa e camminata veloce: come prevenire gli infortuni

Corsa e camminata veloce: come prevenire gli infortuni

Con la bella stagione e in prossimità della “prova costume” in molti, oltre a mettersi a dieta, si pongono l’obiettivo di riprendere a fare attività fisica, non considerando tutta una serie di fattori di rischio per chi non è allenato.
Cosa scegliere ad esempio tra la camminata veloce e la corsa? Vediamo i rischi e i benefici di queste due discipline sportive.

Vantaggi e svantaggi di corsa e camminata veloce

La camminata veloce e la corsa sono entrambe ottime attività fisiche che non richiedono grandi abilità, e che possono avere numerosi effetti benefici sulla salute. Il primo vantaggio è che si praticano all’aperto esponendo il corpo al sole, fondamentale per sintetizzare la vitamina D (indispensabile per fissare il calcio nelle ossa). Tuttavia ci sono alcune differenze tra le due attività, che potrebbero influire sulla scelta di una rispetto all’altra.
La corsa, ad esempio, è uno sport ad alto impatto che può mettere a dura prova le articolazioni, specialmente se non si ha una buona tecnica di corsa. Inoltre nel tempo può causare lesioni dovute a sollecitazioni continue, come ad esempio: stiramenti, fratture da stress motorio, sindrome da attrito.
La camminata veloce, invece, grava di meno sui legamenti. Tuttavia la corsa ha anche alcuni vantaggi rispetto alla camminata veloce, come il fatto di essere un’attività più intensa che può aiutare a bruciare più calorie e migliorare la resistenza cardiovascolare.
In entrambi i casi è necessario fare attenzione alla respirazione, perché inspirare ed espirare correttamente aiuta a gestire meglio la fatica.
Per ottenere i risultati migliori entrambe le attività fisiche andrebbero svolte con regolarità. L’ideale sarebbe almeno tre volte a settimana, per 30-60 minuti.

Vantaggi dell’allenamento cardio

Sia la corsa sia la camminata veloce sollecitano l’apparato cardio-respiratorio.
I vantaggi che apportano entrambe le discipline sportive sono:

  • perdita di peso (che si ha in entrambi i casi, ma che nella corsa avviene più velocemente);
  • il sistema immunitario si rinforza;
  • più ci si allena, più aumenta la resistenza e la velocità con la quale si svolgono le due attività;
  • rafforzamento dell’apparato cardiocircolatorio;
  • riduzione dello stress e miglioramento di umore e autostima.

Come prevenire gli infortuni

Per prevenire gli infortuni durante la corsa o la camminata veloce è determinante avere delle accortezze. Ad esempio è fondamentale indossare le scarpe adatte per l’attività scelta, in modo da proteggere le articolazioni e i muscoli. Sicuramente la scarpa giusta ci tutela dal rischio di prendere delle distorsioni alle caviglie, e agevola il lavoro della colonna vertebrale e di tutto il corpo. Inoltre è necessario fare un riscaldamento adeguato prima di iniziare l’allenamento e fare stretching dopo, per evitare stiramenti muscolari.

Consigli per gli under 50

Per gli under 50 è determinante seguire un programma di allenamento graduale, che consenta al corpo di adattarsi progressivamente all’attività scelta. Inoltre, è importante ascoltare il proprio corpo e fare pause se si avvertono dolori o fastidi.
Se si hanno problemi articolari o muscolari, osteoporosi o altre patologie che possono influire sull’attività motoria è opportuno consultare uno specialista. L’ortopedico vi consiglierà lo sport più adatto a voi e se è il caso di fare dei controlli prima di iniziare a praticarlo. Per persone che hanno determinati disturbi sarà inoltre necessario sottoporsi a delle sedute di fisioterapia.

In sintesi, sia la camminata veloce che la corsa possono essere attività fisiche benefiche per la salute, ma è importante scegliere quella più adatta alle proprie esigenze e prevenire gli infortuni avendo le opportune precauzioni.

Visite specialistiche, esami diagnostici e fisioterapia

Presso il CENTER MED potrete prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici, oltre che eventuali percorsi di riabilitazione motoria. Nel nostro Centro troverete specialisti altamente qualificati, ambulatori e spazi attrezzati nell’ambito della Fisioterapia e della Riabilitazione.
Per chi ha problemi di osteoporosi mettiamo inoltre a disposizione un macchinario con una tecnologia innovativa: la MOC-DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry). Oltre a valutare con estrema precisione la densità ossea, in presenza di patologie già diagnosticate la MOC-DEXA consente di monitorare la risposta del paziente alle cure farmacologiche.

Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Melanoma cutaneo: come riconoscerlo e come curarlo

Melanoma cutaneo: come riconoscerlo e come curarlo

L’estate è vicina, le spiagge assolate sono già nei nostri pensieri e non vediamo l’ora di stenderci al sole per goderci le lunghe giornate estive. Tuttavia non dobbiamo dimenticare di prenderci cura della nostra pelle, perché prolungate esposizioni ai raggi ultravioletti possono danneggiarla. Sappiamo che prendere il sole è fondamentale per sintetizzare la vitamina D, necessaria per fissare il calcio nelle ossa. È altrettanto importante però farlo nelle fasce orarie in cui non è dannoso e usare la crema protettiva. Questo sia per rallentare l’invecchiamento della cute, sia per prevenire l’eventuale comparsa di anomalie.
Vediamo insieme quali sono i soggetti più a rischio di sviluppare il melanoma cutaneo e come gestirlo.

Tumori della pelle: quali sono e chi ne è più colpito

È molto importante proteggere la pelle fin dall’infanzia, perché l’effetto nocivo delle lunghe e ripetute esposizioni ai raggi solari può creare danni nel tempo. Anche se tutti dovremmo tutelarci, tuttavia ci sono persone più esposte alla comparsa di tumori della pelle. Alcuni fattori di rischio sono:

  • il colore di capelli, occhi e pelle chiari (fototipo 1);
  • molti nei o tante lentiggini;
  • immunodepressione;
  • predisposizione genetica;
  • l’assunzione di determinati farmaci, come ad esempio gli immunosoppressori;
  • se nell’arco della vita, soprattutto durante l’infanzia, abbiamo preso numerose scottature solari. Le lunghe esposizioni ai raggi ultravioletti possono danneggiare il DNA delle cellule cutanee, dando origine ai tumori.

Cosa sono i nei?

I nei, detti tecnicamente nevi, sono degli agglomerati scuri con un colore omogeneo, in genere caffellatte, visibili sulla superficie della cute. Per capire come si formano partiamo dalla melanina, che ha il compito di proteggere la pelle dagli effetti dannosi dei raggi ultravioletti. Questo pigmento è prodotto dai melanociti e dai cheratinociti, che si trovano nell’epidermide. Sono i melanociti che in una situazione di normalità possono generare i nei.

Tumori della pelle più comuni

La cute è composta da tre strati: l’epidermide (lo strato più superficiale), il derma (quello più profondo), il tessuto sottocutaneo o grasso. I tumori della pelle più comuni e meno pericolosi sono: il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare. Il primo si sviluppa nell’epidermide, il secondo invece colpisce il derma. Queste tipologie di tumori generalmente hanno un’evoluzione lenta e sono pochissimi i casi in cui possono estendersi ai tessuti circostanti.

Melanoma cutaneo

È la neoplasia della pelle meno diffusa ma la più aggressiva, perché può progredire velocemente, creare delle metastasi ed è sempre maligna. Il melanoma è facilmente individuabile perché visibile a occhio nudo. Può derivare da un neo già presente che muta forma o colore, o da uno nuovo. Per questo è molto importante sottoporsi periodicamente a degli screening cutanei, perché attraverso la mappatura dei nevi è possibile monitorare l’eventuale evoluzione anomala di nei preesistenti o individuare la comparsa di nuovi potenzialmente pericolosi.
Questa patologia colpisce prevalentemente le persone con un’età che va dai 45 ai 50 anni, mentre è rara nei bambini.

Quali sono i sintomi del melanoma?

Se si notano delle variazioni in un neo che già abbiamo o ne compare uno nuovo, è fondamentale consultare un dermatologo per individuare precocemente eventuali anomalie.

I sintomi più evidenti della possibile presenza di un melanoma cutaneo sono:

  • forma irregolare (i nei in genere sono circolari);
  • bordi anomali;
  • colore non omogeneo, con possibili variazioni della pigmentazione;
  • aumento sia della larghezza (preoccupante se supera i 6 mm di diametro), sia dello spessore del nevo;
  • cambiamenti rapidi della forma e del colore, che avvengono nell’arco di 6-8 mesi;
  • neo che prude o che nella parte circostante è arrossato, ha una maggiore sensibilità o presenta un nodulo.

Come prevenire i tumori della pelle

Quali sono i comportamenti che possiamo adottare per ridurre i rischi di contrarre un tumore della cute? Vediamone alcuni:

  • evitare le ustioni fin dall’infanzia, non esponendosi ai raggi ultravioletti nella fascia oraria che va dalle 11 alle 16;
  • durante l’esposizione applicare sulla cute creme protettive di qualità e con un livello di protezione adeguato al tipo di pelle;
  • se si hanno dei nei è utile monitorarne l’aspetto, osservandoli allo specchio.

È inoltre fondamentale sottoporsi a degli screening medici periodici di controllo, che prevedano una visita dermatologica e l’epiluminescenza; si tratta di un esame diagnostico non invasivo, che consente di analizzare i diversi strati della cute. In questo modo è possibile diagnosticare precocemente l’eventuale presenza di tumori, fra i quali il melanoma.

Come curare il melanoma cutaneo

Le cure del melanoma sono diverse, ma la prima a cui si ricorre è quella chirurgica. L’intervento, in anestesia locale, prevede l’asportazione del tessuto malato e di una parte di quello sano che lo circonda. Quest’ultimo viene poi analizzato, per individuare la possibile presenza di cellule tumorali. Se ci sono verrà asportato anche quel tessuto, così come eventuali metastasi. Si ricorre alla radioterapia se le metastasi sono cerebrali o ossee, o per alleviare i sintomi.

Visita dermatologica ed esami diagnostici

Presso il CENTER MED potete prenotare la visita dermatologica e gli esami necessari per diagnosticare l’eventuale presenza di patologie della pelle e, se necessario, intraprendere un percorso di cura.

Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Disturbi primaverili: come affrontarli?

Disturbi primaverili: come affrontarli?

La primavera, detta “la bella stagione”, è amata da molti per il clima mite, le giornate che si allungano e per gli splendidi colori che caratterizzano il risveglio della natura. Tuttavia questa stagione porta con sé anche disturbi per la salute, meno piacevoli, ma che se affrontati per tempo, e in modo adeguato, si possono superare senza grosse difficoltà. Vediamo insieme quali sono e come gestirli.

Disturbi primaverili che colpiscono l’apparato muscolo-scheletrico

Abbiamo detto che con l’arrivo della primavera le giornate si allungano e il clima è piacevole, ma gli sbalzi di temperatura o i cambiamenti climatici possono incidere negativamente sull’apparato muscolo-scheletrico. Questi disturbi colpiscono prevalentemente chi ha i reumatismi e l’artrite. Se soffrite di tali patologie, per preparare al meglio il corpo ad affrontare questi momenti è importante puntare sulla prevenzione, sottoponendosi a dei cicli di fisioterapia.

Stanchezza, irritabilità e difficoltà digestive

La prima difficoltà che incontra il nostro organismo all’inizio della primavera è la necessità di adattarsi alla variazione dell’orario, con le lancette che si spostano in avanti facendoci perdere un’ora di sonno. Sembra una cosa banale, ma in realtà il corpo ha bisogno di qualche giorno per ritrovare il giusto equilibrio.
Il cambiamento delle condizioni climatiche può portare le persone a sentirsi più stanche, irritabili, ad avere mal di testa, difficoltà a concentrarsi e problemi digestivi.
In questo periodo l’organismo deve affrontare diverse novità fra le quali: la necessità di avere maggiori energie per affrontare le giornate più lunghe e più ricche di attività funzionali; variazione dell’alimentazione con l’introduzione di nuovi prodotti stagionali; adattamento alle abitudini che cambiano.

Per superare tali difficoltà qualche consiglio utile è:

  • organizzare la giornata stabilendo degli orari precisi in cui svolgere le diverse attività;
  • praticare sport, ma in modo graduale se non si è allenati;
  • bere tanta acqua e limitare il consumo di alcolici;
  • avere un’alimentazione sana ed equilibrata, ricca di frutta e verdura di stagione;
  • dedicare un po’ di tempo a voi stessi e ai vostri interessi.

Sicuramente avere la consapevolezza che questi disturbi possono essere dovuti al cambio stagione aiuta a superarli più facilmente, tuttavia se persistono è opportuno consultare un medico.

Allergia ai pollini

Un altro problema da non sottovalutare che la primavera porta con sé è l’allergia ambientale ai pollini. Sono sempre di più le persone che inalando i pollini prodotti da alcune piante durante la fase della fioritura hanno delle reazioni allergiche. Questo fenomeno si estende da marzo a settembre, ma la concentrazione maggiore si ha da aprile a maggio. Fra le piante e gli alberi allergizzanti ci sono:

  • graminacee e parietaria;
  • ulivo, pino, quercia, cipresso ecc.

I sintomi che si manifestano sono:

  • starnuti ripetuti, muco eccessivo, prurito al naso, congestione nasale;
  • tosse secca, che in alcuni casi può aggravarsi causando l’asma bronchiale;
  • prurito agli occhi e lacrimazione eccessiva, che può avere come conseguenza la comparsa della congiuntivite allergica;
  • spossatezza e difficoltà di concentrazione;
  • emicrania;
  • dermatite.

Ma a cosa sono dovute queste reazioni allergiche?
Il sistema immunitario delle persone sensibili a tali allergeni nel momento in cui li inalano produce le IgE. Se l’esposizione ai pollini è prolungata, l’organismo rilascia sostanze vasoattive come l’istamina, con conseguente infiammazione delle vie respiratorie e della pelle.

Prevenzione e cura delle allergie ai pollini

Le malattie allergiche in generale non vanno trascurate, perché i sintomi nel tempo possono avere degli effetti dannosi su alcuni organi. L’asma bronchiale, ad esempio, se non affrontata con una terapia adeguata può compromettere il funzionamento di bronchi e polmoni. Puntare sulla prevenzione, rivolgendosi a un medico allergologo, è fondamentale per trovare la cura che consenta di contenere i sintomi quando l’organismo entra in contatto con gli allergeni e per evitare che certe patologie si cronicizzino. Inoltre attraverso i test allergologici è possibile individuare in modo specifico a quale piante si è allergici, informazione utile anche per evitare, per quanto possibile, di entrarci in contatto. Nelle giornate ventose, ad esempio, per i soggetti allergici ai pollini è opportuno indossare occhiali da sole per contenere il contatto degli occhi con gli allergeni presenti nell’aria ed è sconsigliato fare lunghe passeggiate immersi nella natura.

Visite specialistiche, esami diagnostici e fisioterapia

Presso il CENTER MED potrete prenotare visite specialistiche e gli esami necessari per prevenire e, se necessario, curare eventuali patologie.
Per quanto riguarda la Fisioterapia, il nostro Centro mette a disposizione dei propri pazienti medici e fisioterapisti altamente qualificati, che operano all’interno di ambulatori e spazi attrezzati.
Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Donne al centro: salute e prevenzione femminile

Donne al centro: salute e prevenzione femminile

L’8 marzo si festeggia la Giornata internazionale della donna, per non dimenticare le ingiustizie compiute nei confronti delle donne, sottoposte a violenze e discriminazioni. Negli anni sono riuscite ad emanciparsi e a conquistare una propria autonomia economica e sociale, e questa ricorrenza è l’occasione per sottolinearlo.

Famiglia, lavoro, carriera professionale spesso riducono il tempo che le donne possono dedicare a se stesse e alla propria salute. Marzo è il mese in cui sono protagoniste, ed è anche l’occasione per dedicare un po’ di tempo alla prevenzione.

Prevenzione femminile

La prevenzione femminile è importante a tutte le età, ma dopo i 40 anni lo è ancora di più. Le patologie strettamente legate alle donne riguardano l’apparato ginecologico e mammario. Vediamo nello specifico quali sono e come comportarsi.

Malattie dell’apparato ginecologico

Cisti ovariche: quando compaiono e come gestirle

Da cosa sono causate le cisti ovariche? Il processo di maturazione della cellula uovo, che avviene all’interno di involucri detti follicoli, a volte può subire delle alterazioni, dalle quali hanno origine le cisti (sacche con un contenuto liquido). Spesso sono di natura benigna e vengono espulse durante il flusso mestruale.

Quali sono i campanelli d’allarme che devono indurci a fare dei controlli? Se si avvertono dei dolori nella zona pelvica, dopo i rapporti sessuali o se si ha un flusso mestruale anomalo (eccessivo o scarso) è opportuno fare un’ecografia transvaginale. Se l’esame conferma la presenza di cisti, è necessario monitorarle sottoponendosi periodicamente allo stesso esame. La necessità di ricorrere all’intervento chirurgico è rara, perché il più delle volte queste sacche si riassorbono in modo spontaneo.

Cancro della cervice uterina

Spesso sentiamo parlare dell’importanza di sottoporsi al vaccino contro il Papilloma virus, che si trasmette per via sessuale. È importante farlo, perché un’infezione dovuta all’HPV (Human Papilloma Virus) può avere come conseguenza la formazione di una neoplasia nella parte inferiore dell’utero, ossia la cervice uterina. In molti casi questo tumore nella fase iniziale è silente quindi è opportuno effettuare ogni 2-3 anni il pap-test, per rilevare tempestivamente eventuali anomalie. Questo è uno degli esempi emblematici di quanto sia importante puntare sulla prevenzione femminile.

Fibroma uterino

Il fibroma uterino è una neoplasia che inizialmente è asintomatica e fortunatamente le probabilità che possa trasformarsi in un tumore maligno sono molto basse. In genere colpisce le donne fra i 35 e i 50 anni e l’esame che consente di individuarlo è l’ecografia transvaginale. È opportuno diagnosticarlo nella fase iniziale, perché l’aumento di volume può causare sintomi che in diversi casi influiscono negativamente sulla vita delle donne. Fra quelli più diffusi ci sono:

  • dolori nella regione pelvica e durante i rapporti sessuali
  • rischio di anemia a causa di un flusso mestruale intenso
  • incontinenza
  • sterilità
  • problemi in gravidanza.

Tumore al seno: prevenzione e cura

Il tumore al seno è una patologia che può colpire le donne anche in giovane età, quindi è fondamentale puntare sulla prevenzione e non trascurare dei segnali della presenza di possibili anomalie. Il tessuto tumorale è formato da cellule anomale presenti all’interno delle ghiandole mammarie, dove continuano a riprodursi. Per questo è importante sottoporsi a degli screening periodici, per avere la possibilità di individuare eventuali neoplasie nella fase iniziale e ricorrere a cure non invasive.

Ma quali sono i campanelli d’allarme?

  • Presenza di noduli, che si possono individuare attraverso la palpazione della mammella;
  • secrezione di liquidi o sangue dai capezzoli;
  • se i linfonodi presenti sotto alle ascelle sono gonfi o se si notano delle rientranze sul tessuto del seno.

Nella prevenzione di questa malattia è importante fare attenzione anche ai fattori di rischio. Fra i più comuni ci sono:

  • familiarità
  • menopausa
  • età superiore ai 50 anni
  • obesità
  • sedentarietà
  • tabagismo
  • non aver avuto figli o averli avuti dopo i 30 anni
  • alimentazione povera di frutta e verdura, e ricca di grassi.

Quando è consigliato iniziare la prevenzione senologica?

In una situazione di normalità dopo i 30 anni è opportuno sottoporsi a dei controlli, da ripetere annualmente, che prevedano: visita senologica ed ecografia mammaria. Superati i 40 anni è consigliabile effettuare anche la mammografia. Se invece si avvertono alcuni dei sintomi sopra elencati o si ha familiarità con questo tipo di neoplasie, gli screening vanno pianificati con il supporto dello specialista.

Check-up per la prevenzione femminile

Ogni donna merita tutta la nostra attenzione. Per tutto il mese di marzo vi proponiamo dei pacchetti dedicati alla prevenzione femminile per le donne under e over 40.

Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Fragilità ossea: cause e rimedi

Fragilità ossea: cause e rimedi

Le ossa che compongono l’apparato scheletrico sono di norma flessibili e molto resistenti, ma con l’avanzare dell’età, e in presenza di determinate patologie, la loro conformazione cambia. Il dolore alle ossa non è l’unico campanello d’allarme che ci deve spingere a fare dei controlli, perché ci sono malattie, come ad esempio l’osteoporosi, che nella fase iniziale non presentano sintomi e quando questi compaiono la malattia è già in uno stadio avanzato. Cosa fare quindi per tutelarsi? Sicuramente puntare sulla prevenzione è la strada migliore per evitare o rimandare la comparsa di determinate patologie e, nel momento in cui si presentano, per gestirle adeguatamente.

Lo stile di vita può influire sull’insorgere di determinate patologie, quindi vi daremo qualche suggerimento utile per prendervi cura delle vostre ossa.

Vedremo inoltre insieme quali sono alcune delle malattie che colpiscono le ossa e i rimedi per affrontarle in modo adeguato.

Da cosa è causata la fragilità ossea?

Il tessuto osseo che con il passare del tempo si usura, in una situazione di normalità viene rimosso fisiologicamente e rigenerato da cellule dette osteoblasti, che rimodellano l’osso. Tale processo è controllato dal sistema endocrino (formato da tiroide, paratiroidi, ipofisi, pancreas, ghiandole surrenali ecc.) e coinvolge sostanze come ad esempio il calcio, altri minerali e la vitamina D. Con l’avanzare dell’età o a causa di vari fattori questo equilibrio può essere compromesso, rendendo le ossa fragili e quindi a rischio di fratture.

Quali sono i soggetti più esposti?

  • Le donne nella fase post-menopausale, perché la produzione di estrogeni (che durante la menopausa diminuisce) si azzera. Una delle funzioni di questi ormoni è quella di controllare l’assorbimento di calcio. L’assenza di tale mediazione porta l’organismo a integrare la carenza di calcio attingendo alle riserve presenti nelle ossa, indebolendole. La patologia che può scaturire da questa rarefazione si chiama osteoporosi, che è possibile diagnosticare attraverso la MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata). Una diagnosi precoce consente di ricorrere a terapie farmacologiche che, associate a scelte alimentari e stili di vita adeguati, arginano la comparsa di fratture principalmente a vertebre, femore, bacino o polso.
  • Anche se sono le donne ad essere più colpite da questa malattia, tuttavia possono soffrirne anche gli uomini ma, in genere, 10-15 anni dopo rispetto alle donne. Quindi mentre per le donne si consiglia di effettuare dopo i 45 anni screening medici periodici per valutare la salute delle ossa (che prevedano visite ed esami specifici come la MOC), per gli uomini questa raccomandazione si sposta in genere dopo i 70 anni. Se invece fanno un uso eccessivo di alcol, sono fumatori, assumono per periodi molto lunghi farmaci come il cortisone o hanno livelli di testosterone molto al di sotto della media, è opportuno che facciano questi controlli a partire dai 50 anni.
  • Celiaci e intolleranti al glutine.
  • Chi soffre di disfunzioni della tiroide, che si hanno quando gli ormoni tiroidei sono in eccesso (ipertiroidismo) o quando sono inferiori a quelli necessari (ipotiroidismo). Una delle conseguenze di queste anomalie è la diminuzione della densità ossea.
  • Chi è affetto dal Morbo di Paget, una malattia metabolica rara dello scheletro che si manifesta con l’ingrossamento e l’indebolimento del tessuto osseo, poco calcificato.
  • Persone con carenze di calcio e vitamina D nelle ossa, dovute a un insufficiente apporto nutrizionale o a un cattivo assorbimento da parte dell’intestino.
  • Tabagisti, chi abusa di alcolici, persone obese e/o sedentarie.
  • Chi assume per lunghi periodi determinati farmaci come: ormoni corticosurrenalici o corticoidi, antiandrogeni, antiestrogeni.

Come prendersi cura della salute delle proprie ossa?

Una significativa diminuzione del contenuto di calcio nelle ossa causa la decalcificazione ossea, che rende alcune parti dell’apparato scheletrico fragili. Tale condizione può causare problemi articolari, fratture o, come abbiamo detto, la comparsa dell’osteoporosi.

Questa rarefazione delle ossa si può manifestare con l’avanzare dell’età (ad esempio nella donna dopo la menopausa) oppure a causa di alimentazione o stili di vita sbagliati. Cosa fare per puntare sulla prevenzione? Ecco qualche suggerimento:

  • adottare una dieta sana ed equilibrata, scegliendo alimenti ricchi di calcio e vitamine (soprattutto la D, perché favorisce l’assorbimento di calcio da parte dell’intestino). Alimenti ricchi di calcio sono: latte e derivati, legumi, pesce azzurro (es. merluzzo, salmone, tonno, alici, sgombro), verdure come broccoli, carciofi, cicoria catalogna, finocchi, rucola, puntarelle ecc.
  • limitare il consumo di alcolici;
  • non fumare;
  • praticare attività fisica con regolarità e, se possibile, all’aria aperta perché l’esposizione al sole favorisce l’attivazione della vitamina D;
  • assumere il sale in modo moderato, perché influisce sull’eliminazione del calcio;

Un’altra cosa fondamentale è sottoporsi a dei controlli medici periodici, per verificare che sia tutto a posto. Lo specialista potrà fare una diagnosi precoce di eventuali patologie, avvalendosi di esami specifici come la MOC che consente di valutare la densità ossea. Se questa è minore rispetto ai valori di riferimento, siamo in presenza dell’osteopenia. Intervenire tempestivamente consente di arginare l’aggravarsi della situazione, che si ha con il passaggio dall’osteopenia a malattie come l’osteoporosi.

Visite specialistiche ed esami diagnostici

Presso il CENTER MED potrete prenotare visite specialistiche ed esami diagnostici, oltre che eventuali terapie di riabilitazione ossea.

Il nostro Centro dispone di un macchinario con una tecnologia innovativa nel settore della diagnostica per immagini: la MOC-DEXA (Dual Energy X-ray Absorptiometry). Oltre a valutare con estrema precisione la densità ossea, in presenza di patologie già diagnosticate la MOC-DEXA consente di monitorare la risposta del paziente alle cure farmacologiche.

Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Apparato urinario: come tutelarsi da eventuali disturbi

Apparato urinario: come tutelarsi da eventuali disturbi

L’apparato urinario maschile e quello femminile presentano delle differenze, prevalentemente nell’anatomia e nel funzionamento delle basse vie urinarie, ma con il passare degli anni li accomuna la comparsa di disturbi che possono influire negativamente sulla qualità della vita delle persone. Come sempre la strada per affrontare al meglio tali complicazioni è la prevenzione, che può rinviarne la comparsa. Tuttavia nel momento in cui determinate disfunzioni si presentano, rivolgersi a uno specialista è il modo più efficace per gestirle.

Vediamo insieme cosa hanno in comune e in cosa si differenziano i due apparati, e i fattori che possono comprometterne il corretto funzionamento.

Organi dell’apparato urinario

I componenti che accomunano l’apparato urinario maschile e femminile sono: i reni, la vescica (che si trova nel bacino), due ureteri (ossia le tubazioni che collegano i reni alla vescica); infine c’è l’uretra, condotto che porta l’urina dalla vescica verso l’esterno. Gli uomini hanno in più la prostata che è un organo ghiandolare che fa parte dell’apparato genitale, ma poiché avvolge il primo tratto dell’uretra influisce anche sulla regolazione del flusso urinario.

Reni

I reni sono due organi che si trovano ai lati della colonna vertebrale, dietro la cavità addominale, protetti dalla parte inferiore della cassa toracica.
Le loro funzioni sono:
– filtrare ed eliminare dal sangue tossine e sostanze di scarto prodotte dall’organismo, dopo aver metabolizzato cibo e farmaci;
– mantenere il giusto equilibrio fra acqua e sali minerali (compresi gli elettroliti);
– secernere determinati ormoni;
– regolare la pressione arteriosa.

La pelvi renale è la prima porzione delle vie urinarie. Ha la forma di un imbuto e raccoglie l’urina prodotta dai reni, che attraverso gli ureteri viene convogliata verso la vescica.

Vescica

La vescica è l’organo che funge da serbatoio dell’urina prodotta dai reni. L’urina dai reni arriva nella vescica attraverso due condotti, gli ureteri, e viene poi espulsa dall’organismo all’esterno attraverso un altro canale, ossia l’uretra.
Quest’organo è presente sia nell’uomo sia nella donna, ma collocato in punti diversi: nella donna si trova davanti all’utero, nell’uomo sopra la prostata.

Prevenzione urologica maschile

È noto quanto la prevenzione sia fondamentale per diagnosticare eventuali patologie e ciò è fondamentale se parliamo di apparato urologico.
Quando è opportuno per un uomo chiedere il consulto di un urologo? Per gli uomini al di sotto dei 30-40 anni è importante fare una visita urologica periodica per prevenire o curare patologie come:

  • prostatiti o uretriti (ossia infiammazioni della prostata o dell’uretra)
  • infezioni ricorrenti. In questo caso è importante puntare sulla prevenzione, per contrastarne le cause
  • disfunzioni della sfera sessuale, come quella erettile.

Per gli over 40 la visita urologica consente di:

  • diagnosticare precocemente il tumore alla prostata
  • prevenire o, se si è già manifestata, curare l’ipertrofia o iperplasia prostatica benigna (che si ha quando la ghiandola prostatica si ingrossa). Se trascurata, questa malattia può avere come conseguenza l’ostruzione anatomica dell’uretra e influire quindi negativamente sul deflusso urinario; nella fase acuta può causare dolori molto intensi. L’urina residua nella vescica può favorire l’insorgere di infezioni alle vie urinarie

Per quanto riguarda le patologie oncologiche, oltre alla prostata gli organi che possono essere coinvolti sono: reni, vescica e testicoli.

Prevenzione urologica femminile

Le infezioni alle vie urinarie, alle quali abbiamo fatto riferimento per gli uomini over 40, nelle donne si possono manifestare a prescindere dall’età. Questo perché l’uretra femminile non è molto lunga e ciò facilita la risalita di batteri dalla vagina verso la vescica. Una di quelle più frequenti, che colpisce anche in tenera età, è la cistite. Tale infezione è frequente anche nelle donne in gravidanza e in quel caso è dovuta prevalentemente ai cambiamenti ormonali.
Il rilassamento dei muscoli pelvici, che nelle donne si può manifestare in gravidanza, dopo il parto o durante la menopausa (fase in cui calano gli estrogeni), ha come conseguenza l’incontinenza urinaria.
Consultare un urologo è la soluzione per gestire al meglio prevenzione e cura di queste o altre malattie che riguardano l’apparato urologico.

Visita urologica ed esami diagnostici

Presso il CENTER MED potrete prenotare visite specialistiche e gli esami necessari per prevenire e, se necessario, curare eventuali patologie. Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 508079206 5080755.

Prevenzione ginecologica: come orientarsi?

Prevenzione ginecologica: come orientarsi?

CENTER MED ha a cuore la salute delle donne e ha scelto di dedicare a loro il mese di ottobre puntando sulla prevenzione ginecologica.

L’apparato genitale femminile nel tempo subisce delle variazioni, quindi raggiunta l’età fertile è consigliato sottoporsi a dei controlli periodici, per verificare che sia tutto nella norma. È inoltre fondamentale rivolgersi a un ginecologo nel momento in cui si presentano dei sintomi indicativi dell’insorgenza di alcune patologie, che si possono diagnosticare con esami specifici. Vediamo insieme quali sono questi “campanelli d’allarme” e come orientarsi.

Patologie dell’apparato genitale femminile

Cisti ovariche

Le cause del ciclo mestruale irregolare (ossia troppo inteso o scarso) sono molteplici e una di queste è riconducibile alla presenza di cisti ovariche. Questa patologia colpisce soprattutto le donne in età fertile e nella maggior parte dei casi è di natura benigna. Ma in cosa consiste? L’attività dei follicoli, all’interno dei quali si sviluppa la cellula uovo, può subire delle momentanee alterazioni, che hanno come conseguenza la formazione di cisti ovariche. Se si ha un’alterazione del ciclo mestruale è quindi consigliato effettuare un’ecografia transvaginale. Se attraverso l’esame vengono individuate delle cisti, occorre monitorarle ripetendolo periodicamente.

Per fortuna nella maggior parte dei casi non è necessario intervenire chirurgicamente, perché a distanza di non molto tempo le cisti ovariche si possono riassorbire spontaneamente.

Sindrome dell’ovaio policistico

Alla base della formazione di cisti ovariche possono esserci delle malattie pregresse, come nel caso dell’ipotiroidismo (che si ha quando la tiroide lavora poco). Tale disfunzione non va sottovalutata, perché può causare diversi problemi fra cui influire negativamente sul metabolico e l’apparato riproduttivo. Se dall’ecografia transvaginale emerge che le ovaie hanno un aspetto policistico, per trovare la cura più adeguata occorre sottoporsi anche a un esame del sangue per verificare se gli ormoni tiroidei sono nella norma.

Quali sono i sintomi che devono allarmarci?

  • Irregolarità del ciclo mestruale: se l’intervallo fra una mestruazione e l’altra supera i 35 giorni; se i cicli mestruali annui sono inferiori ai 10 mesi. Tali alterazioni in numerosi casi possono portare all’infertilità;  
  • la crescita eccessiva di peli o, all’inverso, la caduta spropositata di capelli;
  • l’acne;
  • difficoltà a perdere peso.

Questi sintomi possono comparire dopo la prima mestruazione (il così detto menarca) o nell’arco di diversi anni. Sicuramente puntare sulla prevenzione ginecologica vi consente di avere una diagnosi precoce e, se necessario, ricorrere a cure adeguate che sono la soluzione migliore per evitare delle complicazioni.

Tumore della cervice uterina

Un’altra patologia che riguarda l’apparato ginecologico femminile è il tumore della parte inferiore dell’utero, ossia la cervice. La causa in genere è riconducibile a un’infezione dovuta all’HPV (Human Papilloma Virus), virus con cui si entra in contatto per via sessuale. Il ritardo del sistema immunitario nel contrastare tale virus, può avere come conseguenza la formazione di una neoplasia.

Dal momento che il tumore della cervice uterina nella fase iniziale è asintomatico, per diagnosticarlo è consigliato sottoporsi ogni 2-3 anni a un esame specifico, ossia il pap-test.

Nella fase avanzata del tumore i sintomi che possono manifestarsi sono:

  • dolori nella zona pelvica;
  • sanguinamenti vaginali lontani dalle mestruazioni o dopo i rapporti sessuali;
  • secrezioni vaginali anomale.

Fibroma uterino

Il fibroma uterino è un tumore, nella maggior parte dei casi benigno, e l’esame che consente di individuarlo è l’ecografia transvaginale. Spesso questa patologia è asintomatica, quindi fare dei controlli periodici consente di diagnosticarla. Quando invece i sintomi si presentano possono influire negativamente sulla qualità della vita di chi ne è colpito.

Alcuni sintomi sono:

  • sanguinamento uterino anomalo che, se eccessivo, può causare l’anemia;
  • incontinenza;
  • stipsi;
  • se la dimensione del fibroma aumenta molto, può provocare dolori forti;
  • aumento del rischio di infertilità;
  • rischio di aborto spontaneo durante la gravidanza o necessità di ricorrere al parto cesareo.

Visita specialistica ed esami mirati

CENTER MED vi fornisce la consulenza di specialisti qualificati e macchinari all’avanguardia, per effettuare le indagini diagnostiche necessarie a individuare possibili anomalie.

Per informazioni e prenotazioni potete contattarci ai seguenti recapiti telefonici: 06 5080792 06 5080755.

Prevenzione senologica: come difendersi dal tumore al seno

Prevenzione senologica: come difendersi dal tumore al seno

Le vacanze estive sembrano ormai lontane e da diverse settimane abbiamo ripreso con la solita routine: scuola, lavoro, sport ecc. Tuttavia per riprendere al meglio ogni attività è importante dedicare un po’ del nostro tempo anche alla salute.

Sicuramente avere un’alimentazione sana ed equilibrata e praticare sport è fondamentale, ma non dimentichiamo che è altrettanto importante puntare sulla prevenzione facendo degli screening medici periodici.

Prendersi cura della propria salute è una buona abitudine che dovremmo avere tutti, senza distinzione di sesso o età. Ci sono tuttavia delle patologie che riguardano prevalentemente la sfera femminile e alcune di queste appartengono alla branca della Senologia.

Cos’è la Senologia?

La Senologia si occupa della diagnosi e del trattamento delle malattie che colpiscono la mammella, come cisti, ascessi, patologie infiammatorie, mastiti e tumori.

Nel caso della neoplasia mammaria la prevenzione è fondamentale, poiché agendo tempestivamente si può ridurre in modo significativo il tasso di mortalità di questa malattia.

Cos’è il tumore al seno?

Il tumore al seno pur essendo la neoplasia attualmente più diffusa fra le donne, se trattata adeguatamente e in modo tempestivo è anche quella da cui si può guarire nella maggior parte dei casi.

Ma in cosa consiste questa patologia? La ghiandola mammaria, che si trova all’interno della mammella, è costituita da cellule che si riproducono continuamente e tale processo è regolato da diversi geni. A causa di alcuni fattori di rischio, che possono essere modificabili oppure no, tali geni possono danneggiarsi con la conseguente produzione da parte dell’organismo di cellule anomale, che andranno a comporre il tessuto tumorale. Questo processo è molto lento, quindi la prevenzione senologica è fondamentale per bloccarne l’evoluzione.

Fattori di rischio

Come abbiamo accennato, i fattori di rischio che sono alla base della formazione della neoplasia mammaria possono essere modificabili o non modificabili.

Tra i fattori di rischio non modificabili ci sono:

  • predisposizione genetica
  • casi di tumore al seno in famiglia
  • l’età superiore ai 50 anni (che nelle donne spesso coincide con l’inizio della menopausa, altro fattore di rischio per la comparsa di tumori)
  • trattamenti radioterapici eseguiti nella zona toracica o sulla mammella possono influire sulla formazione della neoplasia mammaria
  • prima mestruazione precoce, precedente agli 11 anni
  • non aver avuto figli o averli avuti dopo i 30 anni.

Fattori di rischio modificabili:

  • obesità
  • dieta ricca di calorie, grassi e povera di verdura e frutta
  • sedentarietà
  • fumo e consumo di alcolici.

Prevenzione e cura del tumore al seno

La prevenzione senologica può essere fatta per prima cosa adottando uno stile di vita caratterizzato da un’alimentazione sana e da un’attività fisica praticata con regolarità.

È inoltre fondamentale sottoporsi periodicamente a degli screening, per individuare eventuali anomalie nella fase iniziale.

Qual è l’età più indicata per fare tali controlli?

Se si hanno dei sintomi (come ad esempio: la presenza di noduli che si può verificare facendo l’autopalpazione; se si notano delle rientranze osservando il tessuto della mammella davanti allo specchio) o casi in famiglia di tumore al seno, è opportuno definire con il medico specialista, ossia il senologo, un calendario dei controlli specifico. In generale è invece consigliato dopo i 30 anni sottoporsi annualmente a una visita senologia e a un’ecografia mammaria.

Per le donne con età superiore ai 40 anni, a tali controlli ogni 1/2 anni va aggiunta la mammografia.

Visita specialistica ed esami diagnostici

Il CENTER MED vi mette a disposizione specialisti altamente qualificati, che vi supporteranno nel percorso più adatto alle vostre esigenze, con l’ausilio di macchinari all’avanguardia.

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